I Itinerario - La grande
polis
Da piazza Umberto I, superata la chiesa di San Luca, si percorre la via
Bricinna che sale lievemente verso il colle Roggio con l'omonimo quartiere
ricco di testimonianze medievali (grotta di San Giuliano). Sulla curva a
gomito che conduce alla sommità del colle, ai piedi del fossato del
Castellaccio, una fortificazione voluta da Federico II e costruita
probabilmente su una precedente fortificazione di età greca, e nei pressi
della grotta di Santa Lucia, si prende, a sinistra, la strada campestre.
Dopo alcuni metri la stradella presenta un largo gomito, nei pressi, a
destra, di un'icona che ricorda il passaggio dei tre santi protettori di
Lentini, Alfio, Filadelfo e Cirino.
Dopo un centinaio di metri, lasciata sulla sinistra la vista della cava
Ruccia, si apre sulle destra la valle di san Mauro, coltivata
prevalentemente ad agrumi.
Poco più avanti si trova un bivio: verso sinistra, ad est, una stradella
dopo poche decine di metri conduce alle grotte con l'annesso convento del
crocifisso; continuando sulla strada principale, dopo una ventina di metri
uno stretto viottolo, sul ciglio destro della strada, si arriva ad una
abitazione rupestre di età greca.
Proseguendo sempre sulla strada principale che costeggia la valle di san
Mauro, dove era l'agorà della città greca di Leontinoi, si ha una splendida
visione d'insieme dell'area della città e si può ammirare il colle di san
Mauro con le case Aletta, due costruzioni di fine '800 ove nei pressi fu
individuata una delle aree sacre della città greca. Dopo circa un chilometro
si giunge ai piedi della Metapiccola, nella zona degli scavi di Leontinoi.
Da: Itinerari
archeologico-naturalistici di Leontinoi - Franco Valenti
II Itinerario -
La preistoria
Da piazza Umberto I si percorre la ottocentesca via Conte Alaimo, dov'è la
chiesa di San Francesco di Paola e poco più avanti il palazzo De Geronimo.
Si esce dalla cosiddetta "Portazza", ove è il bivio che conduce a destra
verso Francofonte, per la strada statale 194, a sinistra verso contrada
Mercadante. Si segue quest'ultima strada e dopo poche decine di metri vi è
il bivio, a sinistra, da cui sale la strada che porta al monte Pancali e
alla necropoli di Sant'Eligio.
Proseguendo, dopo avere superato un altro bivio, a sinistra, si prende una
stradella che sale serpeggiando verso il Cugno Carrubba. Proseguendo ancora
in direzione di Pancali, dopo circa un kilometro, si possono ammirare, nei
pressi delle pendici sud-occidentali e nel versante occidentale del Cugno
Carrubba, alcune tombe ad arcosolio e una grande necropoli preistorica
(prima età del bronzo) con tombe a grotticella artificiale.
Continuando, sempre verso Pancali, si giunge in prossimità di un bivio, si
prende la strada che volge a destra, verso ovest, e si giunge nei pressi di
una masseria (Vuturo) di forma quadrangolare, che nel corpo centrale a guisa
di torre presenta un vano quadrangolare sopraelevato al resto dell'edificio.
Nelle pendici dei colli, adiacenti alla costruzione rurale, si possono
osservare numerose tombe a grotticella artificiale che coprono un arco di
età che va dalla prima età del bronzo giunge sino all'inizio dell'età del
ferro.
Dopo la visita di queste necropoli, si può tornare a Lentini o scendendo
verso il fondo valle e raggiungendo la strada asfaltata o tornando indietro
per lo stesso itinerario.
Da: Itinerari archeologico-naturalistici di Leontinoi - Franco Valenti
III Itinerario - Il
centro urbano
Si parte da piazza Umberto I con la visita alla Chiesa di Santa Maria la
Cava e sant'Alfio, costruita secondo la tradizione dall'architetto Vella da
Malta. La facciata presenta una bella loggia campanaria, e un atrio decorato
con un mosaico di ciottoli a motivi geometrici. Le tre porte d'ingresso sono
di legno e quella centrale rappresenta scene relative alla costruzione e
alla storia della chiesa. L'interno dell'edificio è a tre navate, decorato
con stucchi di color celeste su fondo bianco. Nella navata di destra vi sono
le cosiddette tombe dei martiri, un vano ipogeo con tre arcosolii, di cui
uno affrescato, ove secondo la tradizione furono sepolti i santi patroni di
Lentini, Alfio, Filadelfo e Cirino.
Nell'abside di sinistra è conservato il quadro della Madonna Odigitria,
meglio conosciuta nella tradizione locale con l'appellativo "del Castello" (XII
secolo).
Lungo le navate, sopra i vari altari, vi sono tele raffiguranti la vita dei
santi e della Chiesa Lentinese (sec. XVII-XVIII). Nella sagrestia si può
ammirare un armadio ligneo intarsiato (XVIII secolo) proveniente dall'ex
convento dei Cappuccini. Si può ammirare anche un pregevole telone da
cantastorie, raffigurante in quindici quadri la storia del martirio dei tre
santi Alfio, Filadelfo e Cirino, dipinto nel 2003 dal pittore Alfio Russo
per l'opera musicale dialettale "Li Tri Santi" degli artisti lentinesi
Salvatore Amore e Giuseppe Cardello.
Uscendo dalla chiesa e ritornati in piazza, dopo aver percorso il breve
tratto di via Settembrini si giunge alla chiesa di San Luca (XVII secolo).
All'interno si possono ammirare vari e pregevoli dipinti, tra cui una
Crocefissione della scuola del Tintoretto, San Francesco orante della scuola
del Bassano, la Nascita della Vergine del Grimignani (1760).
Da: Itinerari archeologico-naturalistici di Leontinoi - Franco Valenti